Monologo dello spettacolo "La Ninna Nanna della Lupa Brigranta" di Leonardo PIsani e Eva Immediato
Quanno mi piacia lu mare, ci andavo da piccola alla
marina; a piedi anche se era lontana e
andavo giocare vicino al castello del Barone a San basilio. Zi prete raccontava
che una volta ci è stato un Re che ci Abitava; nu Re forte e coraggioso che
voleva bene al popolo ed ai contadini. Nu Re fattoa Re ,che parlava con i
Baroni e gli zappatori. Non come stu Re che nun parla neanche Italiano; si pure
io lo parlo male nun aggio potuto studiare; solo un po di catechismo con padre Carmelo:
nu sant’uomo.. Ma io so Maria Lucia; mica devo comnsocere l’italiano bene ma
quello si; O Re Galantuomo lo chiamano; parla o francese. Maledetto Savoia. Fame,
tradimento e morte questo a portato lui e quello lì, il generale Garibaldi. Poi
noi siamo gli assassini; i traditori del Regno: il loro regno noi siamo fedeli
e non traditori. Noi siamo fedelie
soldati al nostro Re Francesco II delle Due Sicilie; il vero Sovrano
nostro. Ed io sono Maria Lucia Dinella: mi chiamavano “A pastora” perché non vesto da femmina ma da
Brigantessa. Ma secondo voi posso portare una gonna nei boschi; posso correre e
scappare dai bersaglieri vestita con in merletti. No signori miei; io vivevo al
Mare, li a Pisticci ma tenevo due difetti: quello che madre natura ha deciso
che so donna e che ero fedele a U Re; a Francesco II; anzi no aggia dire la verità perché bugiarda non
lo sono mai stata; ho ammazzato, ho rubato con il mio Giuseppe Nicola; è vero
ma bugiarda mai. Pure io ho creduto che Garibaldi portasse terre ai poverelli e
giustizia in queste terre maltrattate dai Baroni e dai Signori: Nun è cambiato
niente: i baroni Sono sempre Baroni ed I signori sono sempre Signori anzi no i
muorti di fame so ancora più muorti di fame. Le tasse sono aumentate e chi
parte per fare lu suldato cui Piamontesi se ne va per tre anni; e chi lavora la
terra ? Lu Savoia. Ci ho creduto; avevo solo 18 anni e capivo poco della vita
ma na cosa saccio; Francisciello era meglio di sti Traditori del Nord. E
proprio il giorno della nostra Santissima Immacolata, l’8 dicembre a Pisticci
con altre amiche facemmo na manifestazione per sua Maestà Borbonica. Non
l’avessi mai fatta …Ero diventata pericolosa sovversiva contro il Regno. Il
giorno prima ero solo Maria Lucia ; la bella figliola che tutti corteggiavano.
Fatemi fare la vanitosella.. Si ero bella molto bella ma nell’anima mia
qualcosa c’era e si c’era e c’è : lucor di una brigantessa.
Volvano arrestarmi ma scappai; mi so vestita da pastore per fuggire, mi sono
nascosta a San Basilio a fare la contadinella cu nu nome di una altra.
Poi una
volta ho conosciuto uno di lontano; parlava un dialetto mai sentito, duro come
duro era lui; più duro del ferro, più duro di una quercia. Francesco Antonio di
Avigliano, me ne sono andata con lu, ho lasciato la marina per trovarmi nelle
montagne dove vivono solo lupi e briganti si;
Briganti. Ho sempre voltuto bene a Franscescantonio_ nun è vero che mi
rapita e regalata cummana serva al Fratello- mi ha portato lì, tra Monte Caruso
e Lagopesole dove cumandava il Fratello Giuseppe Nicola Summa, capelli lungi, occhi
neri, na pella delicata e un baffetto curato. Parlava strano ancora di più,
cume si dice in italiano .. in dialetto
cacaglia .. a si un po balbuziente, nessuno diceva niente a Ninco Nanco. Il ricercato, il pericolo ,
l’uomo odiato dai piamontesi. Giuseppe
Nicola nun era nu santo ma manco la bestia che hanno descritto. Quante bugie su
lui e su me; Lui teneva i prigionieri ed io gli strappavo il cuore e poi ce lo
mangiavamo,. Ninco Nanco non ha mai ucciso prigionieri; servivano per il
riscatto. Una volta trovammo i bersaglieri verso Atella; li attaccammo e 6
rimasero vivi. Ninco Nanco mica li uccise, avevano combattuto bene e si
aspettavano di essere torturato o accis cum o porco.. No li liberò; erano
valorosi. Ninco Nanco e la Druda Maria Lucia a Pastora… Quante bugie; troppe e
assaje…. Qualcuno poi ha pure esagerato; una voce nei boschi mi ha detto che nu piamontese uno con un nome strano Levo, sì sì Carlo Levo mi ha chiamata Dea della Guerra Contadina… Ma quale Dea;
io ero devota alla Madonna e ci andavo con Ninghe Nanghe al Carmine di
Avigliano, quanti soldi ed oro Giuseppe Nicola ha lasciato per fare dire messe,
pure per i contadini che nun avevano na lira. Dopo che l’hanno ammazzato a
Frusci; cu lu tesoro che abbiamo regalato ci hanno ricostruito la Chiesa al
Carmine, ma nessuno lo ricorda.. Ricordano solo che Giuseppe Nicola era
vigliacco ed assassino ed io usavo la balestra per strappare il cuore ai
feriti. Nun sono stata na Dea, nun sono stata Na Santa ma manco l’assassina
senza pietà che hanno detto e manco la
traditrice. Figuratesi io che tradisco l’amore mio Ninghe Nanghe per farlo ammazzare
a sangue freddo a Frusci.. Busciard…. L’hanno traditi altri, proprio quei
signori di Avigliano che erano per i Borboni e poi per i Savoia; perché
pensavano solo a ingrassare, a derubare i poverielli e fare la bella vita. Loro
so i vigliacchi, non Giuseppe Nicola che ha sempre affrontato tutti; cavalleggeri
e bersaglieri e di ladri sono loro; Maria a Pastora nun ha mai preso robba ai
poverielli… E che devo dire mo; ho fatto la vita che volevo a Brigantessa assieme all’uomo suo, mi vestivo
da pastore cu lu mantello pesante contro
al neve e il freddo. Mafemmina ero e femmina sono sempre stata; non na Dea ma
na femmina di
Basilicata.
Di Leonardo Pisani
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