sabato 3 febbraio 2018

MARIA A PASTORA, DONNA DI NINCO NANCO- MONOLOGO DI LEONARDO PISANI



Monologo dello spettacolo "La Ninna Nanna della Lupa Brigranta" di Leonardo PIsani e Eva Immediato 

Quanno mi piacia lu mare, ci andavo da piccola alla marina; a piedi anche se era lontana  e andavo giocare vicino al castello del Barone a San basilio. Zi prete raccontava che una volta ci è stato un Re che ci Abitava; nu Re forte e coraggioso che voleva bene al popolo ed ai contadini. Nu Re fattoa Re ,che parlava con i Baroni e gli zappatori. Non come stu Re che nun parla neanche Italiano; si pure io lo parlo male nun aggio potuto studiare; solo un po di catechismo con padre Carmelo: nu sant’uomo.. Ma io so Maria Lucia; mica devo comnsocere l’italiano bene ma quello si; O Re Galantuomo lo chiamano; parla o francese. Maledetto Savoia. Fame, tradimento e morte questo a portato lui e quello lì, il generale Garibaldi. Poi noi siamo gli assassini; i traditori del Regno: il loro regno noi siamo fedeli e non traditori. Noi siamo fedelie  soldati al nostro Re Francesco II delle Due Sicilie; il vero Sovrano nostro. Ed io sono Maria Lucia Dinella: mi chiamavano  “A pastora” perché non vesto da femmina ma da Brigantessa. Ma secondo voi posso portare una gonna nei boschi; posso correre e scappare dai bersaglieri vestita con in merletti. No signori miei; io vivevo al Mare, li a Pisticci ma tenevo due difetti: quello che madre natura ha deciso che so donna e che ero fedele a U Re; a Francesco II; anzi no aggia dire la verità perché bugiarda non lo sono mai stata; ho ammazzato, ho rubato con il mio Giuseppe Nicola; è vero ma bugiarda mai. Pure io ho creduto che Garibaldi portasse terre ai poverelli e giustizia in queste terre maltrattate dai Baroni e dai Signori: Nun è cambiato niente: i baroni Sono sempre Baroni ed I signori sono sempre Signori anzi no i muorti di fame so ancora più muorti di fame. Le tasse sono aumentate e chi parte per fare lu suldato cui Piamontesi se ne va per tre anni; e chi lavora la terra ? Lu Savoia. Ci ho creduto; avevo solo 18 anni e capivo poco della vita ma na cosa saccio; Francisciello era meglio di sti Traditori del Nord. E proprio il giorno della nostra Santissima Immacolata, l’8 dicembre a Pisticci con altre amiche facemmo na manifestazione per sua Maestà Borbonica. Non l’avessi mai fatta …Ero diventata pericolosa sovversiva contro il Regno. Il giorno prima ero solo Maria Lucia ; la bella figliola che tutti corteggiavano. Fatemi fare la vanitosella.. Si ero bella molto bella ma nell’anima mia qualcosa c’era  e  si c’era e c’è : lucor di una brigantessa. Volvano arrestarmi ma scappai; mi so vestita da pastore per fuggire, mi sono nascosta a San Basilio a fare la contadinella cu nu nome di una altra.
Poi una volta ho conosciuto uno di lontano; parlava un dialetto mai sentito, duro come duro era lui; più duro del ferro, più duro di una quercia. Francesco Antonio di Avigliano, me ne sono andata con lu, ho lasciato la marina per trovarmi nelle montagne dove vivono solo lupi e briganti si;  Briganti. Ho sempre voltuto bene a Franscescantonio_ nun è vero che mi rapita e regalata cummana serva al Fratello- mi ha portato lì, tra Monte Caruso e Lagopesole dove cumandava il Fratello Giuseppe Nicola Summa, capelli lungi, occhi neri, na pella delicata e un baffetto curato. Parlava strano ancora di più, cume si dice in italiano .. in dialetto cacaglia .. a si un po balbuziente, nessuno diceva niente  a Ninco Nanco. Il ricercato, il pericolo , l’uomo odiato dai piamontesi.  Giuseppe Nicola nun era nu santo ma manco la bestia che hanno descritto. Quante bugie su lui e su me; Lui teneva i prigionieri ed io gli strappavo il cuore e poi ce lo mangiavamo,. Ninco Nanco non ha mai ucciso prigionieri; servivano per il riscatto. Una volta trovammo i bersaglieri verso Atella; li attaccammo e 6 rimasero vivi. Ninco Nanco mica li uccise, avevano combattuto bene e si aspettavano di essere torturato o accis cum o porco.. No li liberò; erano valorosi. Ninco Nanco e la Druda Maria Lucia a Pastora… Quante bugie; troppe e assaje…. Qualcuno poi ha pure esagerato; una voce nei boschi mi ha detto che nu piamontese uno con un nome strano Levo, sì sì Carlo Levo mi ha chiamata Dea della Guerra Contadina… Ma quale Dea; io ero devota alla Madonna e ci andavo con Ninghe Nanghe al Carmine di Avigliano, quanti soldi ed oro Giuseppe Nicola ha lasciato per fare dire messe, pure per i contadini che nun avevano na lira. Dopo che l’hanno ammazzato a Frusci; cu lu tesoro che abbiamo regalato ci hanno ricostruito la Chiesa al Carmine, ma nessuno lo ricorda.. Ricordano solo che Giuseppe Nicola era vigliacco ed assassino ed io usavo la balestra per strappare il cuore ai feriti. Nun sono stata na Dea, nun sono stata Na Santa ma manco l’assassina senza pietà che hanno detto e  manco la traditrice. Figuratesi io che tradisco l’amore mio Ninghe Nanghe per farlo ammazzare a sangue freddo a Frusci.. Busciard…. L’hanno traditi altri, proprio quei signori di Avigliano che erano per i Borboni e poi per i Savoia; perché pensavano solo a ingrassare, a derubare i poverielli e fare la bella vita. Loro so i vigliacchi, non Giuseppe Nicola che ha sempre affrontato tutti; cavalleggeri e bersaglieri e di ladri sono loro; Maria a Pastora nun ha mai preso robba ai poverielli… E che devo dire mo; ho fatto la vita che volevo  a Brigantessa assieme all’uomo suo, mi vestivo da pastore cu lu mantello  pesante contro al neve e il freddo. Mafemmina ero e femmina sono sempre stata; non na Dea ma na femmina  di Basilicata.
Di Leonardo Pisani  

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