giovedì 5 novembre 2015

CLETO LOCATELLI, IL BOXER CHE STREGO' LA VILLE LUMIERE

Il formidabile  Marcel Cerdan parlando degli inizi della sua carriera ad una radio francese, ricordò due incontri  sostenuti con un italiano ormai a fine carriera ma dal talento incredibile, il mondiale dei medi racconto che ebbe molto da imparare da quei match soprattutto su come boxare nel corpo a corpo e poi :” Ho  tirato di boxe contro Locatelli  e per molte riprese ho creduto di combattere contro Satana , nonostante  mi fossi  fatto il segno della croce ...”. Parliamo di Anacleto Locatelli , anzi Cletò  come lo chiamavano nella Ville Lumiere, dove era diventato un idolo dei parigini, ospite di serate mondane, habituè della rive gouche e dell’ippodromo.
Una vedette che incantò tutti con la sua arte nel boxare; così lo descrive Umberto Branchini che lo vide combattere: “Magnifico esemplare della più bella scuola pugilistica, non diciamo italiana, sia per lo stile e il talento personale sia per aver assimilato da molti ring, avendo vissuto la sua pagina sportiva soprattutto all’stero. Grande classe e grande spettacolo.
Tecnico, combattivo, solido, generoso, espressione di alta scuola il suo diretto sinistro sempre doppiato, con un breve passo di avvicinamento, che era preludio di altri colpi, spesso portati in serie. Era perciò non solo un grandissimo pugile, ma un protagonista tanto spettacolare da diventare la vedette numero 1 di Francia e del Palazzo dello sport di Parigi”. Branchini considerava Locatelli il più forte peso leggero europeo mai esistito, Steve Klaus, Giuseppe Signori, Roberto Fazi, il suo antico avversario Saverio Turiello per citare qualche nome lo considerano il più grande pugile italiano.
Fu un giramondo, nato per caso a Bellinzona in Svizzera il 5 novembre 1906 , da genitori lombardi, ritornò piccolo a Milano, la passione per la boxe lo travolse subito, ancora  ragazzino girava per le vie di Milano con dei guantoni da boxe fatti con stracci per giocare con gli amichetti, poi la palestra dal maestro Garzena, spesso girava con un suo amico Carletto, che poi diverrà medaglia d’oro olimpica ad Anversa e campione europeo dei leggeri; el neger di Porta Romana Orlandi, dal magnifico gioco di gambe e tecnica sopraffina. Un breve periodo da dilettante, senza lode e infamia, Cleto diventa subito professionista e dimostra subito oltre alla sua classe, altre caratteristiche, : combatte contro chiunque e ovunque basta che la borsa sia buona. Debutta il 17 gennaio 1926 a Milano battendo  Alberto Palombo ai punti in 6 riprese, poi il nel 28 incontra un altro asso milanese Saverio Turiello, i cui destini si incroceranno spesso; un Nd in 6 riprese. Poi tenta il titolo italiano, per ben due volte risulta sconfitto per squalifica contro Mario Farabullini, sempre un montante considerato basso; Cleto non si scoraggia e conquista il titolo italiano dei leggeri  il 5 ottobre 1929 contro Vincenzo Rocchi. Ma l’Italia gli sta stretta, dopo una sconfitta con il velocissimo romano Enrico Venturi, con poche lire parte verso Parigi, grande piazza della boxe europea deciso a guadagnare gloria ed onori e soprattutto ottime borse; inizia a farsi conoscere battendo ottimi pugili come il peso welter  Eduard Tenet che diverrà europeo dei medi, l’ottimo cubano Nebo, sconfigge due volte prima del limite la “Tigre” Gustave Humery; in Italia ritorna solo per il titolo italiano, lo perde con l’amico di infanzia Carlo Orlandi, cui seguiranno altri duelli sul ring con risultati alterni.
LOCATELLI- Van KlAVEREN
Ormai è un idolo a Parigi, le borse sono sostanziose, ma anche il suo tenore di vita lo è, pugni veloci ma tasche bucate, quindi sale sempre sul quadrato per ottime borse, il 1932 è un anno fortunato in un solo mese batte due assi del ring: il 4 luglio a Milano da lezioni di boxe all’eccelso belga Francois Sybille poi tredici giorni dopo parte per Rotterdam, affronta l’ottimo Bep Van Klaveren in casa, lo sconfigge e diventa campione europeo dei leggeri.
LOCATELLI- Van KlAVEREN
Ha il vento in poppa Cleto, ma spesso troppo sicuro di sé, mette in palio l’europeo contro l’asso Sybille nella sua tana a Bruxessels nel dicembre del 32 e lo fanno perdere per squalifica, con la scusa di un colpo basso, proprio a lui pugile cristallino che combatteva da manuale della noble art. La rabbia è tanta e la fa esplodere sul ring, batte Orlandi, il mondiale Jack Kid Berg a Londra, pareggia sempre con Sybille e poi finalmente in terzo incontro con titolo in palio a Roma, in una data straordinaria per la boxe italiana: 22 ottobre 1933 Piazza di Siena  a Roma, incontro clou il mondiale tra Primo Carnera e Paulino Uzcudum, ed il fior fiore dei pugili italiani sul quadrato Vittorio Tamagnini, Michele Palermo contro Vittorio Venturi e a bordo ring anche Benito Mussolini e numerose personalità dell’epoca.
LOCATELLI-HUMERY
Cleto surclassa il belga in 15 riprese e riconquista il titolo, Benito Mussolini è un suo grande ammiratore, lo riceverà privatamente – poi come Carnera pagherà ingiustamente questo episodio. Ma Anacleto è di indole cosmopolita, anche se ha Parigi ha aperto un locale di lusso “Chez Cletò” frequentato dal bel mondo parigino, vuole la gloria, vuole il mondiale, vuole gli State; e parte. Debutta a New York il 15 dicembre 1933 al Madison Square Garden, fa le cose in grande Cleto la mecca del pugilato e con un avversario stratosferico, l’immenso Tony Canzoneri, tra i più grandi pesi leggeri di tutti i tempi. Cleto perde, ma è così? Molti uomini di boxe, tra cui Branchini e Fazi sostenevano che il match fu molto combattuto ma il vincitore fu Cleto e non il terribile Canzoneri; Nat Fleisher che vide l’incontro fu profetico: Locatelli è il più spettacolare pugile eurpeo che abbia mai visto, è fortissimo ma non è americano, non gli permetteranno di vincere il mondiale.
E un artista del Ring”. Orgoglio ne ha il milanese, neanche un emse dopo sconfigge di nuovo sempre al Madison Jack Kid Berg e si prepara la rivincita con Canzoneri. E’ il 2 febbraio 1934, il Madison è pieno; stracolmo di italo americani ed italiani, Canzoneri è un idolo ma anche Cleto ha i suoi ammiratori; nel cartellone tanti “italiani” Mike Belloise, Frankie Covelli,Charley Bedami, Johnny Bonito,Leonard de  Genio. Incontro duro, la classe del milanese contro la aggressività del “siciliano”, le schivate millimetriche dell’italiano contro la velocità dell ‘italo americano. Poi il giallo; il primo verdetto fu di parità, poi cambiato in una  sconfitta per Anacleto Locatelli, il New York Time criticherà questa decisione, facendo capire che il vincitore fu L’Italiano Locatelli.
Nat Fleisher fu profeta, Cleto meritava un mondiale ma non ebbe mai la possibilità di sostenerlo, molti suoi incontri americani non risultano nei record – affrontò scoperto da poco anche Charley Burley con un Nd- ma sconfisse pugili di livello mondiale e campioni mondiali; qualche nome : un pari ed una vittoria contro Benny Bass mondiale dei superpiuma, vittoria ai punti contro Frankie Klick mondiale dei superpiuma, vittoria contro Fritze Zivic futuro mondiale dei welter, in più sconfigge i forti Izzy Jananzzaro, Eddie Cool che ha sconfitto Lou Amber. Ma ormai Cleto sta invecchiando, in Usa ha difficoltà oggettive: parla a stento l’inglese e non ha un vero manager, poi l’età avanza ed arriva il problema che lo assillerà per sempre: il peso. Già da leggero non aveva molta potenza, anche se la velocità e la precisione gli permettevano di far male, ora si sta trasformando in un welter; per evitare di mettete peso dorme molto e mangia pochissimo, questo lo renderà spesso debole e flebile. Arrivano le prime sconfitte anche se con pugili fortissimi come Ceferino Garcia futuro cmondiale  dei medi, Bobby Pacho, il possente Jimmy Leto.
Finita l’avventura americana ritorna a Parigi, la sua scienza pugilistica è sempre straordinaria, ma ormai combatte in categorie non sue e sente i colpi, affronta sempre forti pugili come il tedesco Gustav Eder dal pugno da ko, perde l’europeo dei welter contro il forte Felix Wouter, ormai sta diventando un collaudatore, di lusso ma sempre collaudatore per pugili in ascesa come l’algerino Koudri e il fuoriclasse Marcel Cerdan, qualche sprazzo di classe lo dimostra con i pareggi contro il rude e forte Vittorio Venturi;Turiello e Orlandi ma ormai è un ex pugile che perde contro avversari che aveva un tempo dominato come Tenet o Van Klaveren.
CERDAN-LOCATELLI
Arrivano le sconfitte dagli emergenti come Dejana, Palermo, i franchi scarseggiano  ed addirittura affronta il mediomassimo Oldoini a Milano nel 34. Continuerà a salire sul ring sino al 1941, ha 36 anni, ha guadagnato molto ma conduce una  vita troppo dispendiosa, poi il Fato si accanisce anche: il suo locale è distrutto dai bombardamenti tedeschi; rimane senza lavoro, rimane senza soldi.
CERDAN-LOCATELLI
Nonostante ormai parigino di adozione, verrà anche arrestato a fine guerra, accusa : era fascista perché ricevuto dal Duce. Fortunatamente fu liberato subito, ma in qualche intervista si lamentò molto di quell’episodio . Cletò che aveva stregato Parigi, finì la sua vita in miseria, come un barbone, aiutato da qualche antico ammiratore, qualche lavoretto saltuario; qualche intervista che dava in cambio di sigarette e una bottiglia di vino. Orgoglioso rifiuta l’invito della federazione pugilistica italiana che voleva trovargli una collocazione. Una sera fu ritrovato senza sensi, vicino alla Senna – aveva una stanza nei presi del fiume- non fu riconosciuto subito, lo portarono all’ospedale di Creteil, dove morirà il 5 ottobre 1961, aveva 55 anni ma sembrava un uomo di oltre 70 anni; segni di una vita vissuta dalla gloria ai bassifondi della Senna; un grandissimo pugile ed un uomo pieno di orgoglio che accettò il suo destino senza chiedere nulla a nessuno.


Il suo record- anche se incompleto- è di 164 incontri con 102 vittorie ( 24 prima del limite),  41 sconfitte ( 4 priam del limite) 18 pari e un Nd 
Locatelli ormai anziano contro Vittorio Venturi 


Tra gli incontri anche Locatelli .- Marfut

7 commenti:

  1. guarda pisani la storia l hanno fatta quas solo i pesi massimi c he fino al 2002 è stata una categoria seguitissima quando tyson si è ritirato è finito noi abbiamo avuto 2 campioni in questa categoria uno è stato una leggenda l altro no carnera ancora oggi purtroppo viene sminuito questa è la ricompensa che quel cristiano ha ricevuto sopratutto quando si fece masssacrare dall ebreo che poi lui lo batte per l infortunio alla caviglia come disse uno non per che max baer kissa QUALE BOMBA UMANA FOSSE SE AVESSE VOLUTO AVREBBE UCCISO CHIUNQUE CON UN SOLO PUGNO E LUI HE NON LO HA VOLUTO PERCHE APPUNTO COME LO HAI DEFINITO ANCHE TU ERA UN GIGANTE DAL CUORE D ORO UNO DEI OTIVI CHE BAER VINSE PERCHE LUI ERA UN BASTARDO INVECE CARNERA ERA BONACCIONE PUODARSI PURE CHE SE BAER FOSSE ALLENATO E NON FOSSE STATO PUTTANIERE PER ME ALDIFUORI DI CARNERA SAREBBE STATO POTUTO ESSERE INSUPEBILE PER ME RIMANE NETTAMENTE INFERIORE A SCHAAF PER IL MOTIVO CHE TI HO SPIEGATO NELL ARTICOLODI BAER SPERO DI POTER VEDERE IL FILM CINDREELLA PER VEDERE IL MODO CATTIVO IN QUI LO DESCRIVEVANO

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    1. Max Baer era un grandissimo pugile, superiore a Carnera; pur ottimo pugile

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  2. ottimo articolo!
    aggiungo un particolare.
    su letto di morte disse alla sua nipote 'je suis foutù, ma niece''

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  3. guarda dal punto di vista tecnico baer lo reputo superiore a carnera sono d accordo con te cmq secondo te se non si fosse azzopato tu dici che lo avrebbe sconfitto come gli disse al film i pugni nascono dai piedi primo e tu ne avevi soltanto uno atendo sempre con piacere le tue risposte su qualsiasi tuo articolo

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