martedì 30 gennaio 2024

QUANDO DOMENICO BERNASCONI FU MONDIALE DEI PESI GALLO SOLO PER 3 MINUTI

 

FU CAMPIONE MONDIALE PER SOLO 3 MINUTI….

I concittadini di Cariate Laino lo chiamavano Paqualino, perché se ti dava una sberla o un cazzotto, sentivi le campane di Pasqua, pugile lo divenne sul serio  Domenico Bernasconi da Carate Lario, classe 1902. Ma non amava troppo la palestra e i sacrifici, anzi li evitava, come fece alle Olimpiadi di Parigi – dove nel nuoto esplose la potenza e possanza di Johnny Weissmuller , il futuro Tarzan di Hollywood. dove, scappando dal ritiro,  si allenava nei cabaret e locali notturni della Ville Lumiere: infatti perse al primo turno.  Ma la boxe l’aveva nel sangue, divenne professionista e Il 5 maggio 1925 Bernasconi combatté Tullio Alessandri per il titolo italiano dei pesi gallo: con una sua “pasqualinata” buttandolo fuori al quarto round. Poi, dopo essere stato battuto dal forte belga Henri Scillie, inzia a girovagare per il mondo: Argentina, Uruguay, Spagna e intanto vince anche il titolo europeo dei pesi gallo, era Il 10 marzo 1929 a Milano quando batte Nicolas Petit-Biquet per il vacante titolo dei pesi gallo Europeo, battendolo ai  punti in 15 riprese.  Poi riprende a girare il mondo; in Spagna affronta per la prima volta il fuoriclasse ”Panama” Al Brown, un peso gallo dall’altezza di un medio  di quell’epoca (175 cm) e allungo da peso massimo 184 cm. Bernasconi perde ai punti, perderà anche la rivincita contro il terribile panamense a , Brooklyn il 23 luglio 1930a sempre ai punti. 


Ma l’incontro che rimase alla storia anche il curioso epilogo fu il terzo, ed era  il 19 marzo del 1933, al Palazzo dello Sport di Milano: in palio il titolo IBU dei pesi Gallo.  “Pasqualino” Bernasconi voleva vendicarsi delle due precedenti sconfitte e conquistare lui Campione Europeo anche il Titolo mondiale: inizia ad attaccare come un toro dal primo round. Il fuoriclasse panamese è in difficoltà, senti i colpi del lombardo e non riesce ad arginarlo. Al Brown tenda di tenerlo a  distanza grazie al suo allungo, ma è inutile il piccolo gallo italiano è un mastino; quindi inizia a trattenere, ad abbracciare Bernasconi in modo sempre più plateale. Il pubblico inizia a protestare, anche perché l’ostruzionismo di Al Brown fa scadere l’incontro mondiale a una farsa; anzi nel 4 round il campione mondiale si trasforma in lottatore di greco romana e butta al tappeto Bernasconi. E’ troppo: e l’arbitro, l’inglese Hart decise di porre fine al combattimento; quindi comunicò in inglese allo speaker di aver squalificato Brown, ma questi non capì. Bernasconi che era un giramondo e poliglotta invece sì, e si sfilò i guantoni.

Passarono tre minuti, gli unici nei quali “Pasqualino Bernasconi”  fu  campione del mondo: a sorpresa  A intervenne Edoardo Mazzia, segretario della Federazione pugilistica italiana ed ordinò che l’incontro dovesse continuare perché “L’Italia fascista” non poteva accettare un match vinto per squalifica, era poco decoroso.


L’incontro riprese con Al Brown gasato dallo scampato pericolo e con un Bernasconi demoralizzato dall’accaduto: la classe e la velocità del panamense si impose ai punti sul vigore e la potenza dell’italiano.  Insomma, per quei tre minuti Bernasconi fu il primo cittadino italiano a vincere un mondiale. Secondo un’altra versione l’arbitro Hart fu costretto richiamare  per ben tre volte Al Brown, ma non volle squalificarlo; bensì lo richiamò solo ufficialmente. In ogni caso la storia ricorda un'altra leggenda del pugilato quale primo campione mondiale dei pesi massimi: qualche mese dopo il 29 giugno 1933 fu il mitico Primo carnera vincere quello dei massimi, diventando lui il primo cittadino del Belpaese iridiato. Domenico Bernasconi non ebbe più chance mondiali, perse il titolo europeo contro il due volte già battuto Nicolas Petit  Biquet e nel 1935 abbandonata la boxe  vivere a New York. Per sette anni gestì un drugstore a Coney Island, sposò la ballerina di Broadway Aida Martini e se la portò sul suo amato lago.

 


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