domenica 20 settembre 2015

FEDERICO NITTI, LA BREVE VITA DI UNO SCIENZIATO E PARTIGIANO, LEGATO ALLA BASILICATA



 
FEDERICO NITTI

La sua fu una vita breve vissuta all’insegna della scienza e della lotta contro i totalitarismi; Federico Nitti scomparve a soli 43 per aver contratto una  fulminante tubercolosi contagiandosi durante le ricerca con una coltura di bacilli di Koch particolarmente virulenta. Era il 2 marzo 1947; all’epoca non esistevano terapie valide. La sua figura di scienziato e combattente anti nazista fu ricordato anche alla Assemblea Costituente da parte di Concetto Marchesi, dal Presidente dell'Assemblea costituente  Umberto Terracini  e del Ministro della Difesa Luigi Gasparotto nella seduta inaugurale di martedì 4 marzo 1947; alla presenza del padre: Francesco Saverio Nitti; lo statista lucano già presidente del Consiglio nel 1919.

VILLA NITTI

Federico Nitti  nacque ad Ischia il 20 settembre 1903; la madre fu  Antonia Persico, donna dalla grande cultura e  figlia del giurista Federico Persico.  Il giovane Nitti iniziò gli studi in medicina all'Università di Napoli, visse per due anni ad Acquafredda di Maratea  poi seguì la famiglia nell’esilio dopo le  violenze fasciste ;  i Nitti scamparono prima ad un attentato squadrista nel 1923 ad Acquafredda di Maratea  e l’abitazione di   Roma fu devastata , Federico Nitti si recò dapprima a Zurigo e poi a Parigi dove riprese gli studi e si laureò in medicina nel 1926. Da giovane medico assistette il politico e giornalista Giovanni Amendola nella sua agonia. Amendola non si era più ripreso dalle percorse ricevute il  20 luglio 1925 da una quindicina di sicari armati di bastone in località La ColonnaPieve a Nievole  in provincia di Pistoia, morì a Cannes,in Provenza, dove muore all'alba del 7 aprile 1926 nella clinica Le Cassy Fleur.
GIOVANNI AMENDOLA 
Nitti nel 1933 cominciò a lavorare da volontario nel laboratorio di microbiologia dell'Istituto Pasteur, diretto dallo scienziato  Alessandro Salimbeni, studiando  degli streptococchi, due anni dopo conseguì con lode il dottorato con la tesi La vaccinothérapie dans l'asthme bronchique (La vaccinoterapia nell'asma bronchiale).
Federico Nitti ormai era una promessa della ricerca scientifica, ottenne una
borsa biennale all'Istituto Pasteur, entrò nel Laboratoire de chimie thérapeutiquediretto da Ernest Fourneau; iniziò allora la collaborazione con Daniel Bovet  - futuro Premio Nobel nel 1957 , che nel 1939 diverrà cognato di Federico per aver sposato la sorella Filomena) -e Jacques Tréfouël (poi direttore dell'Istituto Pasteur) nello studio dei Sulfamidici, di cui svelarono l'azione antibatterica.
FRANCESCO SAVERIO NITTI
Da ricordare che il figlio di Daniel Bovet  e Filomena;  Giampaolo, prese il cognome materno Nitti  e decise di vivere in Basilicata, fu eletto consigliere comunale a Maratea nel primo Consiglio regionale di Basilicata nel 1970 con il PCI;  ma  ancora prima della seduta inaugurale perse la vita in un tragico incidente stradale sulla via dell'Ogliastro; insieme a lui c'era Ernesto Galli della Loggia, che rimase solo ferito. 
LA FAMIGLIA BOVET- NITTI: LA NIPOTE ANTONELLA, GIAMPAOLO, DANIEL, FILOMENA E DANIELE

 I due giovani scienziati  dimostrarono  che l'azione antibatterica del Prontosil rosso era in realtà dovuta alla molecola del colorante para amino benzensulfonamide (o sulfamide): da qui lo sviluppo dei sulfamidici, primi efficaci agenti anti-infettivi . Nell’estate del 1939,  Nitti che per opposizione al fascismo aveva chiesto la cittadinanza francese, l’ottenne. Nel 1940 fu nominato direttore del laboratorio di batteriologia del Laboratorio di chimica terapeutica del Pasteur. Iniziò gli studi sulla penicillina e sul Mycobacterium tuberculosis. Nel frattempo collaborò attivamente con la Resistenza francese di cui organizzò la fornitura di farmaci; per tale attività, nel 1945 ottenne una medaglia al valore. Ottenne anche la Legion d'Onore per i suoi meriti scientifici.
Con la fine della guerra e la liberazione Federico Nitti decise di ritornare in Italia per lavorare col cognato Daniel Bovet al Laboratorio di Chimica terapeutica dell'Istituto Superiore di Sanità. Ma, poco prima di lasciare l'Istituto Pasteur per trasferirsi a Roma prese quel fulminante contagio che ne stroncò velocemente carriera e vita
Scritti
·                    J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «Activité du p.aminophénylsulfamide sur l’infection streptococcique expérimentale de la souris et du lapin», C. R. Soc. Biol., 120, 23 novembre 1935, p. 756.
·                    E. Fourneau, J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «Chimiothérapie de l'infection pneumococcique par la di-(p-acétylaminophényl)-sulfone (1399 F)», C. R. Séances Soc. Biol. Fil., 122, pp. 258-259, 1936
·                    E. Fourneau, J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «Action du p-aminophénylsulfamide sur les moisissures», C. R. Séances Soc. Biol. Fil., 122, pp. 652-654, 1936
·                    E. Fourneau, J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «Action antistreptococcique des dérivés sulfurés organiques», C. R. Acad. Sci., 204, pp. 1763-1766, 1937
·                    E. Fourneau, J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «Chimiothérapie de l'infection pneumococcique par la di-(p-acétylaminophényl)-sulfone (1399 F)», C. R. Acad. Sci., 205, p. 299-300, 1937
·                    E. Fourneau, J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «Rapport entre la constitution chimique et l'activité thérapeutique antimicrobienne des dérivés organiques du soufre: phénylsulfamide, diphénylsulfures, diphénylsulfone», Bull. Acad. Natl. Méd., 118, pp. 210-217, 1937
·                    E. Fourneau, J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «A propos de l'action sur le sang des dérivés de l'aniline», Bull. Acad. Natl. Méd., 118, pp. 556-557, 1937
·                    E. Fourneau, J. e Th. Tréfouël, F. Nitti e D. Bovet. «Action antistreptococcique des p-aminophényl-alcoylsulfones et de quelques dérivés sulfurés voisins», C. R. Séances Soc. Biol. Fil., Vol. 127, pp. 393-397, 1938

·                    M. Palazzoli e F. Nitti. Traitement de la blennorragie par le sulfamide, une sulfone et leurs dérivés, Paris: Masson, 1939.

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